di Giancarlo Grassi
Alla vigilia dei Campionati Europei di Atletica Leggera di Berlino – che sono inseriti dentro quella bella manifestazione europea che celebra lo sport ogni quattro anni – al via dal 15 agosto; all’indomani dei Mondiali U20 di Cali e dopo una campionati mondiale “dei grandi” che non ha proprio regalato soddisfazione enormi all’atletica azzurra, possiamo azzardare una riflessione.
Il campione mondiale under 20 dei 100m piani è il 19enne del Botswana, Letslie Tebogo, che ha vinto i mondiali in 9″91: un tempo che nessuno in Italia, tra gli atleti in attività ha mai corso, a parte Marcel Jacobs. Sui 200m Tebogo è arrivato secondo per un millesimo con il tempo di 19″96, prestazione cronometrica che i duecentisti italiani attualmente in attività vedono lontana di almeno trenta centesimi, distacco siderale su una distanza tanto veloce.
Cos’è successo all’atletica italiana dei miracoli di Tokyo 2020? Intanto un susseguirsi inquietante di infortuni: tutti i campioni olimpici (o quasi), tutti gli atleti e le atlete da piazzamento, quasi si fossero messi d’accordo – ed è evidente che non lo hanno fatto, qualsiasi atleta lavora per vincere – sono incappati in infortuni che hanno loro impedito di gareggiare. Tuttavia se uno dei nostri migliori atleti corre i 100m in 10″16 e il campione mondiale under 20 lo lascia a due metri abbondanti correndo in 9″91, una riflessione andrà fatta, avendo dimostrato l’anno post-olimpico che una sola nazionale vincente, cioè una sola squadra che va, non è sufficiente.
Auguriamoci dunque, ed auguriamo ai nostri atleti, di vivere un Europeo berlinese straordinario che rinnovi i fasti di Tokyo 2020 e regali nuova fiducia a tutta la compagine, medaglie d’oro olimpiche in testa, con Marcel Jacobs e gli staffettisti a guidare le danze, guardando alla nostra straordinaria nazionale del nuoto come esempio da eguagliare e superare.
(8 agosto 2022)
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